2021-09-10 16:55:11
SCRIVEVA "ABBASSO IL DUCE" SUI MURI DI FIRENZE, COSÌ JOYCE LUSSU, ANCORA BAMBINA, MANIFESTAVA PRECOCEMENTE QUEL CARATTERE INDOMITO CHE L'AVREBBE PORTATA A VIVERE UN'ESISTENZA ECCEZIONALE
Il destino di Joyce era già segnato dall’infanzia. Era poco più di una bambina quando sui muri di Firenze scriveva “abbasso il duce” ricevendo, in cambio, gli schiaffi di una camicia nera. Uno spirito ribelle, sicuramente figlio dell’educazione antifascista e libertaria che i suoi genitori le avevano impartito. Il padre, Guglielmo Salvadori, e la madre, Giacinta Galletti, erano entrambi rampolli di famiglie piuttosto benestanti, ma avevano scelto di rifiutare agi ed eredità per costruire in autonomia il proprio percorso di vita. I Salvadori, a causa della collaborazione di Guglielmo con giornali d'Oltremanica, a metà degli anni venti furono costretti a lasciare l’Italia per trasferirsi in Svizzera.
Per Joyce questo fu il primo di un’infinita serie di viaggi, scelti o imposti, che caratterizzarono tutta la sua esistenza. Facendo spola tra il paese elvetico e l’Italia Joyce riuscì a diplomarsi da privatista e grazie agli ambienti cosmopoliti e liberali frequentati dai genitori sviluppò presto una grande capacità critica e una solida formazione intellettuale.
Trasferitasi in Germania per studiare filosofia, ad Heidelberg assistette all’affermarsi del nazismo e visse con rabbia e angoscia l’assenza di reazione da parte degli ambienti accademici e politici che frequentava. Abbandonò così la Germania e, insieme al fratello Max, entrò in Giustizia e Libertà, la formazione antifascista clandestina fondata da Carlo e Nello Rosselli. All’interno di tale esperienza conobbe Emilio Lussu, che alcuni anni dopo diventerà suo compagno di vita e di lotta. Dopo essere emigrata in Portogallo, in Francia, in Inghilterra, e perfino in Africa per un breve periodo, Joyce visse a lungo in clandestinità, adattandosi perfino al ruolo di falsaria per contribuire all’espatrio degli esuli antifascisti. Tornerà in Italia all’indomani del 25 luglio 1943 per unirsi alla nascente Resistenza, e in veste di partigiana compirà delicate missioni di collegamento con gli Alleati.
Nel dopoguerra, dopo aver militato prima nel Partito d’Azione, e, dopo lo scioglimento di quest’ultimo, per un breve periodo nel Partito Socialista, dedicherà gran parte del suo impegno politico alla lotta contro l’imperialismo. Dopo aver conosciuto poeti del calibro di Nazim Hikmet e Agostinho Neto tradurrà, per la prima volta, le loro opere in Italia, cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica rispetto alle lotte anticoloniali. Negli ultimi anni di vita proseguirà incessantemente il suo lavoro di scrittrice, dedicandosi in particolare alla questione di genere attraverso il recupero della memoria orale dei suoi luoghi d’origine.
Da poche settimane è uscito "Joyce Lussu - una donna e la libertà", ottava pubblicazione del nostro progetto editoriale. Lo trovate qui: https://bit.ly/3tsjxwj
11 viewsmaya esposito, 13:55